È una cliente da sogno, quella Michelle Obama. La definizione stessa di leale.
Quando la signora O aveva 18 anni, è andata da Rahni Flowers, proprietaria e stilista presso Van Cleef Hair Studio a Chicago. Da allora non si è più mossa.
Ma i suoi capelli sì.
ho guardato di Steve Kroft Intervista di 60 minuti con gli Obama indietro nel febbraio 2007. Michelle portava i capelli in una piega rigida, alta in cima, e più Jackie Kennedy che Condoleezza nello stile. Non si adattava molto ai suoi vestiti (un semplice top avorio e jeans sbiaditi) o al tempo.
Non più. I capelli di Michelle O sembrano pieni di First Lady nel miglior modo possibile. Dice che è sicura di sé, forte, schietta, non rigida o impaurita (sì, penso che i capelli possano dire molto. Ma vorrei).
Allure ha parlato con Rahni Flowers, che ha fatto Mrs. I capelli di O per il suo matrimonio, per la notte delle elezioni e per tutti gli eventi inaugurali. Ho detto che era leale?
Sig.ra. O ha chiesto a Rahni di trasferirsi a Washington per essere il suo stilista, ma ha detto: "per quanto l'amiamo, abbiamo dovuto rifiutare" (con "noi" intende se stesso e Daryl Wells, il suo partner di Van Cleef).
Il suo stile attuale: "un caschetto delicatamente stratificato. Riflette l'ideale: capelli sani indossati in modo classico ed elegante".
I suoi prodotti attuali: le labbra di Rahni sono sigillate. Ma gli piacciono quelli di "Avalon, Affirm, Elucence, Wella e Fiberguard che possono raddrizzare in sicurezza i capelli e soddisfano anche la necessità di forza e condizionamento profondo." Per l'uso a casa, raccomanda Aveda Anti-Umettante e Pasta di controllo.
Lacca per capelli? Non troppo. "Preferiamo lasciare che i capelli si muovano liberamente, in modo che alla fine venga nebulizzato solo uno spray a tenuta leggera o un prodotto che migliora la lucentezza".
Come porterà i suoi capelli all'inaugurazione? La mia ipotesi è su quanto sopra: classico, a strati, non gommato. Che è quello che ha fatto lunedì al Lincoln Memorial.
Il ballo inaugurale? I miei soldi sono su un updo.
Cosa ne pensi?
—Linda Wells